PERCHÈ SONO FAVOREVOLE ALL' UNIFICAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA - di Carlo GERMI

giovedì 17 aprile 2014

 

 

Constato con piacere che si è cominciato a discutere  su un argomento di stretta attualità  che certamente interessa il nostro pubblico. Parlo del tema dell' Unificazione delle Forze di Polizia che ha registrato il recente intteressante intervento del nostro Segretario Nazionale Vincenzo Vacca. Ritengo pertanto opportuno riproporre il mio punto di vista strettamente personale al fine di alimentare la discussione che aprendosi sul forum potrà registrare il parere di tanti e contribuire a formare una posizione dell' Associazione.
Innanzi tutto da socio fondatore dell 'Associazione e da Segretario Generale, carica che ho ricoperto per 12 anni, non posso che essere d' accordo con una soluzione che risolverebbe in un sol colpo le più importanti problematiche che abbiamo, da sempre, dovuto affrontare: la smilitarizzazione e la conseguente sindacalizzazione del Corpo.
Nel percorso di approvazione avremo certamente quel consenso dei cittadini che abbiamo sempre cercato e che, purtroppo non siamo mai riusciti ad ottenere. Non mi soffermo sugli innegabili vantaggi economici per il Paese che un tale provvedimento porterebbe, autorevoli attori, istituzionali e non, lo hanno fatto in varie sedi; mi soffermo, invece, sulla notevole maggior efficienza che deriverebbe ad una Polizia Economica Finanziaria senza più stellette, e soprattutto senza tutto ciò che di negativo, per la nostra funzione certamente, non certo per un soldato, esse significano: non più stratificati livelli di comando e di decisione, non più codici medioevali, non più preparazioni approssimate perché fornite assieme a innumerevoli altre discipline che nulla hanno a che vedere con la funzione che il cittadino ci chiede: lotta all' evasione ed alla criminalità economica. E, infine, su tutto, la crescita di dignità del personale e il riconoscimento dei suoi diritti elementari. Come tutte le riforme e' altrettanto evidente che una tale trasformazione non piace ai dirigenti. Non devo certo spiegare il perché. Soprattutto ai nostri dirigenti.
Il numero attuale delle Forze di Polizia italiane e' poi, come molti hanno sottolineato, un fenomeno tutto italiano, contestatoci a livello Europeo per l' assoluta mancanza di coordinamento. Chi sostiene che la situazione e' garanzia di democrazia non ne spiega le motivazioni limitandosi ad affidare tale garanzia al numero stesso e soprattutto al fatto di essere indipendenti una dall' altra, così consentendo al cittadino una scelta che costituisce per lui un vantaggio. Queste motivazioni potevano essere valide nell' immediato dopoguerra e solo perché venivamo da un ventennio di dittatura, ma oggi affermarlo significa non riconoscere che il Paese ha raggiunto un livello di democrazia sano e completo.
Oggi la soluzione sarebbe quindi positiva sotto tutti i punti di vista.
Veniamo ora ad una motivazione spesso sottolineata: troppo potere nelle mani di un uomo solo. Posizione non sostenibile e contestabile. Si dimentica che un Comparto assai vicino al nostro, quello della Difesa e' proprio organizzato come vedrei organizzato il comparto Sicurezza. Il comparto Difesa ha un vertice che è il Capo di Stato Maggiore della Difesa da cui dipendono i quattro Capi di Forza Armata, aeronautica, esercito, marina e carabinieri. L' organizzazione di questo comparto, dotato certamente di Forze e mezzi ben più importanti, non ha mai creato problemi per la "democrazia" del Paese, non vedo quindi come potrebbe crearli un sistema di sicurezza organizzato allo stesso modo.
Ecco quindi, come, secondo me, dovrebbe essere organizzato il Comparto Sicurezza italiano:
1) un dirigente responsabile ai vertici alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio, che per la direzione si avvale di un Comitato formato dai Ministri interessati, cioè, Interni, finanze, agricoltura, giustizia;
2) diversi dirigenti ai vertici di tante Agenzie, quante il Governo ed il Parlamento decideranno di formare; secondo la mia esperienza:
a) polizia di stato; b) polizia economica finanziaria; c) guardia costiera; d) polizia penitenziaria; polizia Forestale; e) vigili del fuoco.
Nel panorama descritto i Carabinieri che sono diventati, per loro scelta Forza Armata, entrerebbero con la consistenza prevista da una legge parlamentare, nella Polizia di Stato, e con il restante organico rimarrebbero nella Forza Armata.
La componente aereo-navale della attuale Guardia di Finanza, con tutte le sue componenti organiche e di mezze costituirebbero, assieme alla attuale Capitaneria di Porto, la vera futura Guardia Costiera, modellata a quella statunitense.
La Polizia Finanziaria ed Economica assorbirebbe tutti gli organici della Guardia di Finanza attuale con gli innumerevoli compiti che già attualmente svolge relativamente ai settori economici, finanziari e valutari, focalizzati ancora alla lotta all' evasione ed alla criminalità economica ma anche, con rinnovato impegno di maggiori forze al controllo sistematico della spesa pubblica e al contrasto della corruzione.
Eguali contratti di base per tutto il personale del comparto, con possibilità di eventuali diversificazioni a risultato da prevedere con la contrattazione decentrata, eguali progressioni di carriere. Stessi strumenti di tutele collettive ed individuali.
Queste le caratteristiche per il personale, per l' organizzazione: previsione di arruolamenti complessivi, preparazione di base comune e specializzazione successiva secondo funzioni. Struttura amministrativa e matricolare comune, gestione logistica comune e quant'altro. Non mi dilungo sapendo di interloquire con persone che da sempre parlano di queste cose.
Sarei lieto di leggere la posizione e la proposta di tutti.
 

Carlo GERMI


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