IL PROBLEMA PRINCIPALE SULL’UNIFICAZIONE DEI CORPI DI POLIZIA E’ CHE SI PROCEDE A TENTONI - di Vincenzo Vacca

lunedì 21 aprile 2014

 

Le interessanti considerazioni di Carlo Germi circa la richiesta  di unificare i Corpi di polizia sono certamente foriere di ulteriori riflessioni su questa proposta che è stata fatta propria e rilanciata, tra l’altro, dal Silp Cgil – sindacato “amico” di Ficiesse-.

Inoltre, dimostra che la nostra Associazione si contraddistingue per il suo confronto di idee al fine di giungere ad una sintesi convincente sia per gli aderenti, sia per gli esterni all’Associazione che prova sempre a dialogare con la società civile, nonostante la modestia dei suoi mezzi.

Tornando alla questione che stiamo discutendo,  al momento, quello che emerge è la eventuale creazione di un grande contenitore del quale non è chiara l’organizzazione interna e non mi riferisco alle idee espresse da Germi, ma in generale da parte di chi l’ha inserita nel dibattito pubblico.

E’ una idea, quindi, che va meglio articolata altrimenti diventa un vago auspicio che può ipotizzare tutto e il contrario di tutto.

Infatti, l’inserimento del personale delle Forze di polizia in un unico organismo non rappresenta di per sé  garanzia di automatica estensione dei diritti che sono presenti nelle attuali forze di polizia a ordinamento civile a tutti gli  appartenenti di questa futura unica Forza di polizia.

Voglio fare l’esempio della D.I.A., dove, pur essendo presenti carabinieri, finanzieri e poliziotti, nonché personale civile,  vige un diverso status in ordine alle libertà sindacali e, quindi, non è sufficiente creare un unico organismo per ottenere conseguenzialmente gli stessi diritti. Ecco perché, nel mio precedente articolo, mi chiedevo se questa operazione costituirà un avanzamento o meno, in termini di diritti, per i carabinieri e per i finanzieri.   

Pertanto, in una eventuale proposta di legge bisogna tener presente questa problematica.

Un’altra importante questione da non perdere di vista  è che una operazione del genere non può non porsi l’obiettivo di non disperdere il patrimonio di esperienza e di professionalità che le attuali Forze di polizia esprimono e,quindi, un intervento legislativo in tal senso ne deve tenere conto. Non dimentichiamo che la Guardia di finanza espleta dei compiti istituzionali simili e/o a supporto con altri organismi dello Stato, ad esempio le Dogane e, pertanto, nella creazione di questa nuova Polizia, occorre stabilire bene gli ambiti di competenza se non vogliamo generare nuove sovrapposizioni.

C’è poi la grande questione della lotta alle mafie. A questo proposito, a che punto siamo nella applicazione della legge istitutrice della D.I.A. che prevede la confluenza di tutti i Reparti delle varie Forze di polizia adibiti al contrasto alla criminalità mafiosa nella stessa D.I.A.? L’idea di fondo era che, come nella Magistratura è presente una sezione che si occupa esclusivamente di mafia o come territorialmente viene denominata, così a livello di Polizia, doveva crearsi un unico organismo deputato esclusivamente a fronteggiare tale fenomeno criminale. Questo alla luce del fatto che i menzionati Reparti hanno dato innegabile prova di grande capacità operativa  infliggendo durissimi colpi alle cosche criminali.

Naturalmente, in un Paese come l’Italia non è una questione da poco.

Tutto quanto sopra esposto non è che una parte dei delicati meccanismi istituzionali che sono in gioco e per questo, nel mio precedente articolo, pur avvertendo la necessità di una riforma delle forze di sicurezza, parlavo di eccessiva semplificazione nel lanciare la proposta di unificazione delle Forze di polizia.

A questo proposito, è stato  evidenziato che a livello politico manca completamente una idea generale della sicurezza. Si procede a tentoni oscillando tra  non meglio precisate proposte di tagli e balbettii di riforme.

Infine, il rischio di deviazioni negli anni 2000 non è ascrivibile a eventuali “golpe” , le svolte autoritarie non si fanno più con i carri armati nelle piazze – Nenni parlava di rumor di sciabole - ma influenzando in una certa direzione e  massicciamente tutti gli ambiti in cui si forma  l’opinione pubblica.

Le eventuali deviazioni cui accennavo nell’altro articolo erano riferite nella gestione delle attività istituzionali che devono caratterizzarsi sempre per una certa limpidezza, imparzialità e correttezza.

 

Vincenzo Vacca

Segretario nazionale Ficiesse

 

 


Tua email:   Invia a: