LA SPECIFICITA' MILITARE PENSATA DA S.M.DIFESA E' UN CHIARO RITORNO AL PASSATO ED UN PERICOLO PER I CITTADINI. LA GUARDIA DI FINANZA NON PUO' CHE ESSERE SMILITARIZZATA - di Francesco Zavattolo

mercoledì 04 giugno 2014

A quasi quattro anni di distanza dall'istituzione del riconoscimento del principio di specificità del comparto sicurezza e difesa (art. 19 della L. 183 del 4/11/2010), lo Stato Maggiore Difesa presenta al Co.Ce.R. la sua proposta di attuazione (link). Una proposta che, in linea con quanto recentemente accaduto per il Codice dell’Ordinamento Militare, tende sostanzialmente a ribadire tutte quelle limitazioni di diritti disposte da leggi ormai datate, che da anni si cerca di superare o quanto meno di aggiornare, a fronte di contro-bilanciamenti economico-previdenziali che riguardano quasi esclusivamente il personale dirigente.

Al di là dell’aspetto relativo alle condizioni economiche, che sarà sicuramente oggetto di attenzione da parte delle Rappresentanze Militari, il punto che preoccupa di più è quello relativo alla visione ultra tradizionale e fortemente conservativa della specificità proposta da S.M.D. che individua nel militare un soggetto votato alla cieca fedeltà e fuori da ogni regola civile.

Una simile impostazione, può trovare, al limite, una qualche minima giustificazione solo per la funzione di Difesa che le Forze Armate espletano in via esclusiva e solo in teatri di guerra e non certo in tempo di pace e sicuramente non è assolutamente adeguata con la funzione di sicurezza espletata dall’Arma dei Carabinieri e, soprattutto, con la funzione di polizia economico-finanziaria attribuita alla Guardia di Finanza.

La proposta di S.M.D. , tra l’altro, appare in netta controtendenza rispetto al contenuto dei tre progetti di legge di riforma della Rappresentanza Militare (C.1963 Scanu – C.1993 Duranti – C. 2097 D'Arienzo) in discussione presso la Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, e rispetto al processo di riforma della pubblica amministrazione che tende ad aumentare la trasparenza e la partecipazione dei cittadini nei confronti della stessa pubblica amministrazione.

Sembra che i vertici delle Forze Armate, forti della professionalizzazione e dell’impegno nelle missioni internazionali, vogliano alzare la voce e restaurare il sistema preesistente, annientando tutte quelle aperture in termini di diritti del personale, di fatto, “subite” per effetto della smilitarizzazione della Polizia di Stato.

Dalla nostra esperienza di organizzazione civica abbiamo avuto modo di constatare come il grado di efficienza di ogni organizzazione è direttamente correlato al grado di trasparenza e partecipazione sia dei lavoratori e sia dei cittadini, i quali si spera che nell’imminente futuro possano avere un ruolo sempre più importante nel processo di valutazione del “prodotto” pubblico. In questo contesto la proposta di SMD appare assolutamente inaccettabile per le Forze Armate ed addirittura pericolosa e controproducente per le Forze di Polizia.

Per queste ultime, infatti, ed in particolare per la Guardia di Finanza, occorre un processo di riforma che vada esattamente nella direzione opposta a quella tracciata dallo S.M.D. Al contrario, se le norme relative all’ordinamento di carriera, di retribuzione e, soprattutto, di stato giuridico del personale della Guardia di Finanza dovessero essere scritte in ambito Difesa, pensate per la sola funzione di Difesa e secondo questa visione della specificità, si confermerebbe che la smilitarizzazine del Corpo come unica soluzione. Anche perché la grande sfida, oggi, è avvicinare sempre più i cittadini alle istituzioni e per fare questo non bastano ricorrenze e caroselli, serve anzitutto una maggiore “salubrità” sui luoghi di lavoro ed un personale altamente motivato.

Francesco Zavattolo                                                                                                                  Segretario generale


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