GDF: CAPOLUPO,AVANTI SENZA GUARDARE IN FACCIA NESSUNO - ARRESTO UFFICIALE GDF: INDAGINI PUNTANO SU 'SISTEMA' - AG. ENTRATE SENZA GUIDA, BRACCIO FERRO SU NOMINA - P.A.: IN BOZZA DDL VIA POLIZIA PENITENZIARIA E CFS. SAP; BENE UNIFICAZIONE CORPI POLIZIA
GDF: CAPOLUPO,AVANTI SENZA GUARDARE IN FACCIA NESSUNO
COMANDANTE GENERALE, 'NON CONFONDERE SINGOLI CON ISTITUZIONI'
(ANSA) - ROMA, 12 GIU - "La Guardia di Finanza, nei prossimi
mesi, continuera' a fare quello che ha sempre fatto con assoluta
terzieta' e serieta': senza guardare in faccia nessuno". La bufera
di Napoli non si era ancora abbattuta sulle Fiamme Gialle
quando, due giorni fa a Potenza, il comandante generale Saverio
Capolupo ricordava che la Gdf e' un'istituzione sana, sempre al
servizio del paese e capace di guardarsi dentro, come dimostra
l'arresto dell'ex generale Vincenzo Spaziante nell'ambito
dell'inchiesta sul Mose, eseguito dagli stessi finanzieri e sul
cui hanno indagato per anni i suoi colleghi di Venezia.
Parole, quelle del numero uno, che con forza vengono ripetute
anche oggi nei corridoi del comando generale. Perche', come
ribadisce un ufficiale, e' vero che l'inchiesta di Napoli sta
scoperchiando "fatti gravissimi". Ma si tratta pur sempre di
"comportamenti circostanziati" che riguardano singole persone.
Esattamente le stesse parole che Capolupo ha detto due giorni fa
e ribadito oggi: "non confondiamo i singoli con le istituzioni".
L'atmosfera in viale XXI Aprile resta comunque tesa, anche
perche' l'inchiesta e' tutt'altro che conclusa e ad oggi non e'
dato sapere dove portera'. Quel che e' certo, e' il ragionamento
dei vertici del Corpo, e' il punto fermo da cui partire per fare
ogni discorso: "nessuno puo' giustificare la corruzione". Cosi'
come e' certo che da parte delle Fiamme Gialle c'e' da un lato la
"piena fiducia nella magistratura", con cui la collaborazione e'
quotidiana, e dall'altro la consapevolezza della "serieta' con
cui gli uomini stanno svolgendo le indagini". A Napoli come in
altre citta'.
Ecco perche', nonostante il brutto momento, l'orgoglio per il
lavoro fatto finora prevale sulle preoccupazioni. "Se decine di
politici sono finiti indagati o in carcere - ripetono gli
ufficiali - e' stato grazie a chi?. Chi ha fatto e sta
continuando a fare le indagini sui corrotti, sugli appalti
truccati, sulla commistione tra politica e malaffare?". Parole
che hanno un duplice obiettivo: evitare generalizzazioni da un
lato; sostenere gli uomini e le donne del Corpo che ogni giorno
lavorano "nell'interesse dei cittadini, del Paese e per
salvaguardare l'economia sana".
Il prossimo 17 giugno, ha ricordato non a caso Capolupo due
giorni fa con l'inchiesta Mose gia' esplosa sui giornali, la Gdf
inaugurera' a Roma la formazione in materia di criminalita'
fiscale per conto dell'Ocse: "cioe' noi facciamo formazione per
tutto il mondo - ha detto il comandante generale - Il che
significa che la serieta' con cui il nostro personale e'
addestrato e' indiscutibile". Alla guida del corpo dal 2012,
Capolupo restera' in viale XXI aprile fino a meta' del 2016: il
suo mandato e' stato infatti rinnovato a gennaio di quest'anno
dal Consiglio dei ministri. Un segnale di fiducia arrivato
dell'autorita' politica che non sembra essersi intaccato come
dimostrano gli attestati che ieri il ministro dell'Economia Pier
Carlo Padoan ha rivolto a caldo al comandante e all'intero
corpo.
"Assicuro - disse Capolupo lo scorso 29 aprile in occasione
della visita al comando generale del viceministro dell'Economia
Luigi Casero - incondizionata lealta' e massima dedizione da
parte di tutti i finanzieri nello svolgimento dei delicati
compiti a tutela della sicurezza economico finanziaria
dell'intera collettivita'". "Noi - concluse - saremo sempre a
fianco dei cittadini, quale veicolo di giustizia sociale
indispensabile per ripristinare le condizioni di equita' fiscale
nel paese". Concetti che riecheggiano anche oggi e che, ti
dicono, non vengono certo scalfiti per colpa di personaggi
"chiacchierati" da tempo.
ARRESTO UFFICIALE GDF: INDAGINI PUNTANO SU 'SISTEMA'
ATTENZIONE PM CONCENTRATA ANCHE SU FITTI IMMOBILI FIAMME GIALLE
(ANSA) - NAPOLI, 12 GIU - La vicenda delle mazzette versate
per ammorbidire le verifiche fiscali, che ha portato ieri
all'arresto del comandante provinciale di Livorno della Guardia
di Finanza, Fabio Massimo Mendella, rappresenta un caso isolato
o fa parte di un sistema collaudato e assai piu' ampio in cui
sono coinvolti sia ufficiali, sia gradi piu' bassi delle Fiamme
Gialle? E' questo che intendono accertare i magistrati della
Procura di Napoli che conducono l'inchiesta e che, stando a
quanto finora emerso, ritengono piu' che fondata l'ipotesi
dell'esistenza di un livello molto piu' grave di corruzione. Una
circostanza che trapela dalle indiscrezioni raccolte e che si
evince anche della lettura del decreto con il quale ieri i pm
della Procura di Napoli Vincenzo Piscitelli e Henry John
Woodcock hanno ordinato la perquisizione degli uffici del
vicecomandante generale della Gdf Vito Bardi.
Nel provvedimento di poche righe non vi sono riferimenti a
episodi concreti ne' a fonti di prova, ma compare la sola
indicazione del reato ipotizzato, che e' quello di corruzione.
Hanno deciso di non scoprire ancora le carte gli inquirenti che
stanno lavorando soprattutto sugli stretti legami tra Bardi e
Mendella, che sono tra l'altro entrambi componenti del Cocer
della Guardia di Finanza e legati da rapporti di frequentazione.
Ne' sono noti, al momento, i motivi che hanno indotto a iscrivere
nel registro degli indagati il generale in pensione della Gdf
Emilio Spaziante, arrestato la settimana scorsa per la vicenda
Mose. Segno comunque che si indaga su piu' fronti.
Ma adesso l'attenzione sarebbe concentrata, da quanto trapela
dagli ambienti giudiziari, in particolare sulla figura
dell'imprenditore napoletano Achille D'Avanzo, titolare della
societa' Solido Property, proprietaria di numerosi immobili
fittati alla Guardia di Finanza. Le verifiche, eseguite dalla
Digos di Napoli, sono indirizzate su presunti fatti corruttivi
simili a quelli venuti alla luce nella vicenda rivelata dai
Pizzicato.
Il nome dell'immobiliarista napoletano spunto' in una
inchiesta svolta nel 2012 dal pm Woodcock nell'ambito della piu'
vasta indagine sulla cosiddetta P4. Nel novembre di quell'anno
furono disposte varie perquisizioni tra cui anche quelle a
carico di D'Avanzo. Al centro dell'inchiesta vi erano presunte
irregolarita' nell'affitto a Napoli di immobili destinati alla
Guardia di Finanza per importi ritenuti esorbitanti nonche'
l'acquisto di immobili a Roma. Una vicenda poi archiviata dal
gip del Tribunale di Roma come ricordano in una nota diffusa gli
avvocati Roberto Guida, Luigi Petrillo e Luigi Pezzullo, legali
di D'Avanzo.
Gli scenari che configurano gli inquirenti sono dunque quelli
di un sistema assai piu' ramificato, che chiamerebbe in causa
ufficiali e sottufficiali, e non solo attraverso accertamenti
fiscali compiacenti in cambio di tangenti. Ipotesi che saranno
verificate attraverso una serie di attivita', come acquisizioni
di documenti e interrogatori. (ANSA).
FISCO: AG. ENTRATE SENZA GUIDA, BRACCIO FERRO SU NOMINA
FORSE IN CDM CON NORME SEMPLIFICAZIONI. OK COMMISSIONI DL IRPEF
(ANSA) - ROMA, 12 GIU - Sono passate oltre due settimane
dall'addio di Attilio Befera e l'Agenzia delle Entrate resta
ancora in attesa di un nuovo Mr Fisco.
La scelta per la successione appariva inizialmente quasi
scontata con in pole position Marco di Capua, sponsorizzato dal
ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Il vice di Befera,
ben voluto all'interno dell'Agenzia, incaricato di gestire il
lavoro a stretto contatto con il Tesoro ma anche i tavoli di
confronto con i principali interlocutori dell'amministrazione,
avrebbe infatti garantito una certa continuita' di azione. Il suo
nome ha pero' ultimamente perso terreno, perche' da qualcuno
avvicinato agli scandali che hanno travolto in questi giorni la
Guardia di Finanza, anche se Di Capua non e' in realta'
minimamente coinvolto. Il nodo resta dunque ancora senza
soluzione, a meno che domani in cdm il premier Matteo Renzi non
redima direttamente la questione.
In certi ambienti politici del Pd vicini all'ex ministro
Vincenzo Visco, Di Capua e' stato infatti associato all'area
tremontiana di Marco Milanese e quindi alla lobby di finanzieri
affaristi finita sotto la lente della magistratura. Il
vicedirettore dell'Agenzia non e' implicato in nessuna indagine,
ma il suo passato di ex ufficiale della Gdf pesa comunque, in
certi ambienti, sulla sua candidatura. Senza neanche troppi giri
di parole lo stesso Visco oggi ha lasciato intendere il suo
orientamento: "un governo di destra ha organizzato l'
amministrazione finanziaria piu' repressiva, non a caso ci sono
tutti questi ufficiali della Guardia della Finanza nell'
amministrazione". L'ex ministro spingerebbe dunque per Massimo
Romano, gia' alla guida delle Entrate per due volte negli anni
duemila, o in alternativa per Rossella Orlandi, ex vicedirettore
dell'Accertamento, braccio destro di Luigi Magistro, oggi alla
Direzione del Piemonte.
La partita (tra i nomi papabili emergono anche quelli di
Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi, oggi deputato, e
Stefano Scalera, direttore del Demanio) potrebbe approdare
domani in consiglio dei ministri, insieme ad un pacchetto di
semplificazioni fiscali cui sta lavorando il viceministro Luigi
Casero e che vanno dalla revisione dei Caf, al riordino delle
detrazioni e dei regimi semplificati, a partire da quelli
minimi.
Praticamente archiviato il dl Irpef, che oggi ha ottenuto -
pur tra le polemiche di Lega e M5S - il via libera senza
modifiche delle Commissioni della Camera, il governo potrebbe
occuparsi anche del nuovo decreto competitivita', che contiene
tra l'altro il taglio delle bollette per le imprese e misure per
il rafforzamento patrimoniale, con incentivi per chi si quota in
Borsa. L'approvazione del provvedimento non e' esclusa ma, data
la mole degli argomenti sul tavolo del cdm - a partire dalla
riforma della p.a. - , e' altrettanto possibile che il testo
venga rinviato o che si proceda solo a un primo esame. (ANSA).
P.A.: IN BOZZA DDL VIA POLIZIA PENITENZIARIA E CFS
PROGETTO E' DI ASSORBIRLI IN ALTRI CORPI POLIZIA, POLEMICHE
(ANSA) - ROMA, 12 GIU - Basta con la Polizia penitenziaria e
con il Corpo forestale dello Stato: gli agenti dei due corpi
(8.500 nel primo caso, 38mila nel secondo) verrebbero
riassorbiti dalle altre forze di polizia che cosi' passerebbero
dagli attuali cinque a tre (Polizia di Stato, Carabinieri e
Guardia di finanza). La misura e' contenuta nella bozza della
riforma della Pubblica amministrazione che andra' domani
all'esame del Consiglio dei ministri.
Non e' la prima volta - e prevedibilmente non sara' l'ultima -
che si parla della necessita' di sfoltire i corpi di polizia per
ottenere una razionalizzazione delle risorse ed evitare
duplicazioni e sprechi. Il commissario alla spending review
Carlo Cottarelli nel suo piano aveva auspicato "sinergie" tra i
corpi. Nella bozza di riforma del ministro Marianna Madia c'e'
ora il taglio di Forestale, attualmente alle dipendenze del
ministro delle Politiche agricole e Penitenziaria, incardinato
sotto il ministero della Giustizia.
Una misura drastica destinata ad incontrare una forte
opposizione, come ogni volta che si pensa di toccare
l'organizzazione del personale impiegato nella sicurezza
pubblica. Tanto piu' se si parla di cancellare corpi con una
lunga storia (il Cfs e' stato fondato nel 1872, la penitenziaria
ha le sue origini nel 1817).
I futuri 'assorbiti' sono subito insorti. Il segretario
nazionale dell'Ugl Corpo Forestale dello Stato, Danilo Scipio e
il segretario nazionale dell'Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe
Moretti, spiegano che se il progetto si concretizzasse, ci
sarebbero "serie conseguenze non solo per la gestione delle
emergenze ambientali e della custodia detentiva, ma anche per il
sistema sicurezza nel suo complesso". Piu' cauto Leo Beneduci,
segretario del sindacato di agenti penitenziari Osapp: "Una
riforma di questo tipo - osserva - e' positiva se risolve i
problemi di organico, negativa se comporta un dequalificazione
del corpo. Ricordiamo che gli organici sono sotto di 8.000
unita', e sono stati fissati nel 1992, quando in Italia c'erano
35mila detenuti: ora sfiorano i 60mila".
Plausi arrivano invece dai corpi che resterebbero. Per Gianni
Tonelli, segretario del sindacato di polizia Sap, "i cittadini
non possono piu' sopportare il carrozzone di sette forze di
polizia (cinque statali e due locali): per noi e' una vittoria
che anche il Governo sia approdato su questa posizione per la
quale ci battiamo da tempo". (ANSA).
P.A.: SAP; BENE UNIFICAZIONE CORPI POLIZIA, BASTA CARROZZONI
(ANSA) - ROMA, 12 GIU - "I cittadini non possono piu'
sopportare il carrozzone di sette forze di polizia (cinque
statali e due locali): per noi e' una vittoria che anche il
Governo sia approdato su questa posizione per la quale ci
battiamo da tempo". Cosi' Gianni Tonelli, segretario del
sindacato di polizia Sap, commenta la bozza del ddl sulla
riforma della P.A. che prevede l'assorbimento del Corpo
forestale dello Stato e della polizia penitenziaria negli altri
corpi.
"Sono mesi - ricorda Tonelli - che, contro il progetto di
tagli e spending review, abbiamo rilanciato una proposta per
avviare un processo di unificazione delle forze di polizia. Tre
righe di testo - aggiunge - non sono sufficienti per esprimere
un giudizio compiuto, ma speriamo che la riforma vada nella
direzione auspicata e ci aspettiamo di essere al piu' presto
convocati, perche' il parere dei vertici delle forze di polizia
non e' quello ideale da tenere in considerazione". (ANSA).