MOSE: A 6 MESI ARRESTI,PATTEGGIAMENTI 'CHIUDONO' INCHIESTA. CASSAZIONE, NO AL CARCERE PER MARCO MILANESE - DOPING: CINQUE DEFERITI DI GIORNATA, TUTTI MILITARI
MOSE: A 6 MESI ARRESTI,PATTEGGIAMENTI 'CHIUDONO' INCHIESTA
RECUPERATI A STATO QUASI 20MLN EURO. ANCORA APERTO CASO ORSONI
(ANSA) - VENEZIA, 27 NOV - A meno di sei mesi dallo 'tsunami'
degli arresti, con gli ultimi tre patteggiamenti davanti al Gup
Massimo Vicinanza domani di fatto si chiude la vicenda
giudiziaria dell'inchiesta Mose, a Venezia, almeno quella
relativa ai nomi 'eccellenti'.
Dal 4 giugno scorso, quando scattavano, su firma del Gip di
Alberto Scaramuzza, 25 ordinanze cautelari, i principali
indagati sono usciti di scena attraverso patteggiamenti, a
cominciare dall'ex governatore e parlamentare di Fi Giancarlo
Galan (2 anni e 10 mesi e 2,6 milioni di risarcimento), anche se
i suoi legali hanno tenuto aperta la strada del ricorso in
Cassazione. Alle casse dello Stato arriveranno quasi 20mln di
euro a risarcimento dell'intrigo di 'malaffare' portato alla
luce dalla procura lagunare e ruotante attorno all'allora
presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati,
considerato il 'dominus' di una rete di pagamenti, attraverso
fondi neri, a politici, funzionari dello Stato e professionisti,
in cambio di garanzie di fondi per l'opera a difesa di Venezia
dalle acque alte.
Domani mattina, in accordo con la procura, cercheranno di
cristallizzare la loro posizione giudiziaria Renato Chisso, ex
potentissimo assessore veneto alle Infrastrutture; Enzo Casarin,
il factotum di Chisso in Regione, e Federico Sutto, uomo di
fiducia di Mazzacurati.
Oltre ai tre, restano da definire solo alcune posizioni
marginali. Resta aperto invece il capitolo riguardante l'ex
sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, visto che nei mesi scorsi
l'ipotesi di patteggiamento era stata respinta dal Gip. Orsoni
era finito nell'inchiesta, ai domiciliari per alcune settimane,
per un'accusa di finanziamento illecito dei partiti, riguardante
in particolare la sua campagna elettorale del 2010, per 250mila
euro che il Cvn di Mazzacurati gli avrebbe dato.
Quella sul 'malaffare' in laguna per il Mose e' stata
un'inchiesta lunga e faticosa, a monte della rapida chiusura in
Tribunale. Un'inchiesta condotta dai pm Stefano Buccini, Paola
Tonini e Stefano Ancillotto e sviluppata sul fronte
investigativo con la Guardia di finanza, con il coordinamento
del Procuratore aggiunto Carlo Nordio. Gli accertamenti durati
alcuni anni hanno guardato al Mose ma hanno portato alla
scoperta intrecci anche con altre opere. Tutto era 'guidato' da
Mazzacurati e da alcuni suoi sodali. Ruoli di primo piano anche
per l'ex ad della Mantovani, Piergiorgio Baita, e l'ex
segretaria di Galan divenuta imprenditrice, Claudia Minutillo.
Con le loro dichiarazioni i tre diventeranno uno dei pilastri
del sistema messo in atto per anni per tentare di favorire le
Valutazioni di impatto ambientale, per sfuggire all'occhio
dell'Ue, della Gdf, ma anche far 'passare' le carte giuste al
Cipe. Una indagine che, per l'accusa, ha dimostrato come
Mazzacurati abbia tenuto in scacco una politica compiacente e le
imprese socie e conniventi del Cvn.
L'inchiesta ha portato a vagliare anche gli interessi
'privati' di figure come Marco Milanese, Roberto Meneguzzo o il
generale della Gdf Emilio Spaziante, le cui posizioni stralciate
sono finite a Milano. La posizione dell'ex ministro Altero
Matteoli e' invece al vaglio del Parlamento. Tra i funzionari
dello Stato sono andati al patteggiamento gli ex presidenti del
Magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna
Piva.
MOSE: CASSAZIONE, NO AL CARCERE PER MARCO MILANESE
CADE ACCUSA CORRUZIONE; EX ASSESSORE VENETO CHISSO PATTEGGIA
(ANSA) - VENEZIA, 28 NOV - A Venezia l'udienza davanti al
Gup, con l'ex assessore Renato chisso, chiude di fatto il
capitolo dei patteggiamenti per gli indagati 'eccellenti'
nell'inchiesta Mose, con piena soddisfazione della procura; a
Roma, nelle stesse ore, la Corte di Cassazione riqualifica
l'accusa di corruzione in quella piu' 'leggera' di 'traffico di
influenze' nei confronti di Marco Milanese, la cui posizione era
passata dalla laguna a Milano per competenza, disponendo la
scarcerazione.
Il 'caso' Mose, sul piano della giustizia, continua cosi' a
riservare colpi di scena. La suprema corte ha stabilito che l'ex
consigliere politico di Giulio Tremonti, difeso dagli avvocati
Bruno La Rosa e Franco Coppi, deve immediatamente uscire dal
carcere, e' a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), "se non
detenuto per altra causa".
In sostanza, davanti alla Cassazione non ha trovato conferma
l'ipotesi, emersa nel filone veneziano dell'inchiesta, di un
presunto giro di mazzette che sarebbe avvenuto nel capoluogo
lombardo, da cui poi la decisione di trasmettere gli atti alla
procura milanese. Nelle settimane scorse, si era aperto davanti
al tribunale lombardo il processo per due presunte 'mazzette'
dal Cvn allora presieduto da Giovanni Mazzacurati di cui
Milanese sarebbe stato destinatario. Alla ripresa, l'8 gennaio,
e' probabile che l'ipotesi accusatoria venga riformulata.
Oggi, intanto, Il Gup veneziano Massimo Vicinanza ha accolto
l'accordo di patteggiamento per l'ex assessore regionale Renato
Chisso, per il suo segretario in Regione Enzo Casarin e per
Federico Sutto, all'epoca braccio destro di Mazzacurati al
Consorzio Venezia Nuova. Chisso ha 'chiuso' a due anni e sei
mesi, oltre al sequestro di 1.500 euro. Una cifra che potrebbe
salire fino a due milioni di euro qualora fossero rinvenute le
dazioni ipotizzate dalla procura - pari a circa 6 milioni - ma
di cui non e' mai stata trovata traccia, al dila' del fatto che
l'ex assessore ha sempre respinto l'accusa di aver ricevuto
'tangenti'. Per Casarin, un anno e otto mesi e il sequestro di
beni per 115mila euro, mentre per Sutto, due anni e 125mila euro
di risarcimento.
Per la procura lagunare, i patteggiamenti odierni assieme a
quelli delle settimane scorse - tra i quali quello per l'ex
governatore Giancarlo Galan -, hanno chiuso una parte del
"notevole lavoro fatto" Perche' "ora si avvia la fase della
chiusura delle indagini per andare ai processi per quanti non
hanno patteggiato o hanno visto il loro patteggiamento
respinto". tra questi, l'ex sindaco Giorgio Orsoni, finito ai
domiciliari nel giugno scorso per alcune settimane per un
presunto finanziamento illecito ricevuto durante la campagna
elettorale per le ocmunali del 2010. A dare forza all'accusa,
anche una sentenza della Cassazione relativa a un ricorso di
Chisso che "non solo - dicono dalla procura - ha respinto ma ha
allargato il proprio giudizio sull'indagine riconoscendo al 100%
il lavoro svolto dal pool e respingendo quella minima parte che
il giudice del Riesame non aveva accolto", relativo ai tempi per
il calcolo della prescrizione dei reati. (ANSA).
DOPING: CINQUE DEFERITI DI GIORNATA, TUTTI MILITARI
DA KOSTNER A DONATI, NELLE MAGLIE DELLA PROCURA CONI
(ANSA) - ROMA, 28 NOV - Cinque deferiti di giornata: si
allunga la lista di atleti o allenatori coinvolti ufficialmente
nel caso doping scaturito dalla positivita' di Alex Schwazer.
Oltre alla causa scatenante, ad accomunare i cinque nomi di oggi
e' l'appartenenza ai gruppi sportivi dei corpi militari e di
polizia dello Stato. Una pattinatrice, Carolina Kostner, un ex
marciatore attualmente allenatore, Michele Didoni, e tre
velocisti, Roberto Donati, Simone Collio e Maurizio Checcucci
sono finiti oggi nelle maglie della Procura antidoping.
L'altoatesina Kostner appartiene alle Fiamme Azzurre, il
gruppo sportivo della polizia penitenziaria. E' capitana della
sezione Fiamme Azzurre Ghiaccio, una delle piu' vincenti tra le
tante specialita' del corpo. Il tecnico Michele Didoni, ex
allenatore di Alex Schwazer, faceva parte del Centro sportivo
dei Carabinieri. Dopo lo scandalo del marciatore ha lasciato il
centro sportivo, rimanendo pero' nell'Arma. I tre velocisti
deferiti, vincitori dell'argento nella 4x100 agli Europei di
atletica 2010, appartengono a tre diversi gruppi: Simone Collio
alle Fiamme Gialle, il gruppo della Guardia di Finanza, Maurizio
Checcucci alle Fiamme Oro, la Polizia di Stato, e Roberto Donati
al Centro sportivo olimpico dell'Esercito, tra i principali
incubatori di campioni dello sport italiano. (ANSA).