EXPO: VITO, MILITARI ALLOGGIATI IN TENDA, INACCETTABILE - IMMIGRAZIONE:GDF;LE ROTTE E I BUSINESS DEL TRAFFICO - QUESTORE PUNI' POLIZIOTTO, MATTARELLA LO RIABILITA. ACCOLTO RICORSO DOPO PARERE CONSIGLIO DI STATO: "FU SCRUPOLOSO"
EXPO: VITO, MILITARI ALLOGGIATI IN TENDA, INACCETTABILE
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Il presidente della Commissione
Difesa di Montecitorio, Elio Vito (Forza Italia), ha presentato
un'interrogazione al ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e
al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in merito alla
collocazione dei militari dell'esercito che devono occuparsi
della sicurezza all'Expo di Milano e che la scorsa settimana
hanno subito numerosi disagi.
"Giovedi' 14 maggio - scrive Vito - un'ondata di maltempo ha
colpito l'Ovest Ticino. Come evidenziato da moltissime testate
giornalistiche e altri mezzi di informazione, dal fenomeno
meteorologico non e' stato risparmiato il campo allestito nella
caserma Babini di Bellinzago Novarese per ospitare gli alpini
friulani dell'Ottavo Reggimento di Cividale e Venzone, mandati
in Lombardia per occuparsi della sicurezza all'Expo di Milano.
Il maltempo ha sferzato l'accampamento nel quale erano stati
sistemati oltre 250 fra ufficiali, sottufficiali e truppa e
l'acqua ha invaso le tende, danneggiando gli effetti personali,
gli zaini, le scarpe, la biancheria e le divise".
"Non si comprendono - sottolinea il presidente della
Commissione Difesa di Montecitorio - le ragioni della scelta di
distaccare i militari dell'Esercito nella tendopoli della
caserma Babini, anche in considerazione del fatto che il
personale di tutte le altre componenti dell'apparato di
sicurezza, come polizia, carabinieri, guardia di finanza sono
stati alloggiati in strutture adeguate e le caserme disponibili
per l'accoglienza non mancano". Elio Vito chiede a Pinotti ed
Alfano "quali iniziative intendano adottare per rimediare ai
disagi provocati da questa scelta inappropriata e per garantire
ai militari dell'Esercito inviati ad occuparsi della sicurezza
all'Expo di Milano, alloggiamenti a condizioni
accettabili".(ANSA).
IMMIGRAZIONE:GDF;LE ROTTE E I BUSINESS DEL TRAFFICO
COSTO TRAVERSATA DA 600 DOLLARI A 6.000 EURO,SECONDO PROVENIENZA
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - I conti in tasca ai trafficanti di
esseri umani: li ha fatti la Guardia di Finanza, che ha
esaminato tutte le rotte dei migranti, vagliato le loro
testimonianze e accertato che i prezzi delle varie tratte
variano da un minimo di 600 dollari fino a 6.000 euro, a seconda
della provenienza. Un business milionario per le organizzazioni
criminali. Di tutto questo, e degli strumenti di contrasto, ha
parlato oggi davanti al Comitato Schengen il comandante generale
delle Fiamme Gialle, Saverio Capolupo. Ma ecco rotte e costi.
CORNO D'AFRICA - I migranti provenienti dal Corno d'Africa,
ha detto il generale Capolupo, "viaggiano per circa 4 mesi a
bordo di camion fuoristrada attraverso il Sudan e il Ciad per
poi giungere in Libia". Da qui navigano su imbarcazioni di
legno, tra i 10 e i 25 metri, fino ad essere intercettati o
raggiungere le coste della Sicilia. In questo caso, secondo le
testimonianze degli stessi migranti, "il prezzo del viaggio
oscilla tra i 600 e i 1.500 dollari Usa".
MEDIO ORIENTE - I migranti provenienti dal Medio Oriente,
"favoriti da organizzazioni criminali egiziane, libiche e
turche", usano diversi modus operandi per raggiungere l'Italia.
"Via terra, mare e aria" attraversano Libano, Giordania ed
Egitto e arrivano in Libia, dove si imbarcano nella zona di
Zuwarah. Alternativamente, attraverso Libano o Giordania,
raggiungono l'Egitto e qui si imbarcano su natanti condotti da
egiziani, che spesso trasportano anche altri egiziani migranti,
e si dirigono verso la Sicilia, la Calabria e, talvolta, la
Puglia. Infine, si imbarcano dalla Turchia per raggiungere le
coste italiane, anche attraversando via terra la Grecia e
utilizzando imbarcazioni che possono essere "di dimensioni
rilevanti". Per queste tratte vengono chieste a ciascuno "somme
variabili tra i 1.500 e i 6.000 euro"
SIRIA - I siriani in fuga dal loro Paese "scelgono il
percorso turco, piuttosto che la rotta libica", ha detto il
generale Capolupo. Il principale 'hub' di partenza dei migranti
in questo caso e' la citta' portuale di Mersin, o le localita' di
Ayas e Iskendur. I trafficanti usano diversi tipi di
imbarcazioni che raggiungono navi piu' grandi posizionate tra le
coste della Turchia e della Siria. "L'intero viaggio in mare
dura circa 6 giorni al prezzo di 6.000 dollari statunitensi per
un adulto e di 3.000 per ogni bambino".
I PORTI ITALIANI - A questi fenomeni, ha spiegato il
comandante generale della Gdf, "si aggiunge il flusso migratorio
che attraversa i confini europei mediante l'ingresso nei porti
nazionali. Gli scali principalmente interessati sono quelli di
Venezia, Ancona, Bari e Brindisi a causa dei collegamenti
diretti con la Grecia, l'Albania e la Turchia. I migranti in
genere si nascondo all'interno di autocarri e rimorchi che
giungono con i traghetti di linea". Nel 2014 le Fiamme gialle
hanno individuato 308 persone che si sono introdotte nel
territorio nazionale in questo modo e arrestato 16
trafficanti.(ANSA).
QUESTORE PUNI' POLIZIOTTO, MATTARELLA LO RIABILITA
ACCOLTO RICORSO DOPO PARERE CONSIGLIO DI STATO: "FU SCRUPOLOSO"
(ANSA) - GENOVA, 20 MAG - Per l'allora questore Massimo Maria
Mazza era un poliziotto "negligente" e meritava un provvedimento
disciplinare per essersi rifiutato di obbedire a un superiore
durante un rilevamento su un'auto rubata lasciata davanti alla
Questura. Nei giorni scorsi, il "richiamo scritto" comminato da
Mazza e' stato annullato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella
che, sulla base del parere del Consiglio di Stato favorevole al
poliziotto ha 'riabilitato' l'assistente capo che si era rivolto
a lui usando lo strumento del "Ricorso straordinario al
Presidente della Repubblica".
Il fatto e' avvenuto nel maggio del 2012 quando nel Paese si
riaffacciava l'ombra del terrorismo con l'attentato al manager
di Ansaldo Energia Roberto Adinolfi. Un'auto rubata venne
parcheggiata a pochi metri dalla Questura di Genova.
L'assistente capo intervenuto aveva preteso l'intervento del
nucleo artificieri sospettando che all'interno ci potesse essere
dell'esplosivo. Una scelta con la quale aveva di fatto
disobbedito al suo superiore, un vicequestore. Lo stesso gli
aveva intimato, dopo un'ispezione del nucleo cinofili, di
riconsegnare l'auto al legittimo proprietario senza alcuna
ulteriore verifica. Da qui era scattata la contrapposizione tra
i due che aveva portato il questore a sanzionare con il
"richiamo scritto" l'assistente capo. La punizione dell'agente
aveva scatenato polemiche e accuse con il sindacato Silp Cigl
che era intervenuto in difesa del collega. In prima istanza, il
capo della polizia Alessandro Pansa aveva respinto il ricorso
del poliziotto contro la sanzione presentato dal poliziotto.
Lo scorso 15 aprile, invece, Mattarella ha dato ragione
all'assistente capo. Il Capo dello Stato ha deciso in virtu' del
parere del Consiglio di Stato che ha analizzato la vicenda sulla
base del regolamento disciplinare della Polizia di Stato.
L'organo di rilievo costituzionale, partendo dalla definizione
del richiamo scritto "che e' in sostanza una dichiarazione di
biasimo sui comportamenti che rivelino negligenza in servizio",
aveva evidenziato come "il comportamento tenuto dal ricorrente
appare tutt'altro che omissivo e negligente quanto piuttosto
indicativo nell'intento di dare attuazione alle disposizioni
dell'ordinanza del Questore ed ispirato a condivisibile cautela
per preservare l'incolumita' degli operanti e delle persone
presenti in zona". Lo stesso Mazza poche ore dopo l'attentato ad
Adinolfi aveva disposto "particolare attenzione ai veicoli
abbandonati presso obiettivi sensibili". Soddisfazione e' stata
espressa da Roberto Traverso, segretario generale del Silp-Cigl:
"Giustizia e' stata fatta", ha detto. (ANSA).