L'ESEMPIO (DA SEGUIRE) DELLA SPAGNA: I MILITARI IBERICI ADESSO HANNO IL DIRITTO DI ASSOCIARSI LIBERAMENTE. IL CONGRESSO APPROVA ALL'UNANIMITA' LA LEGGE DEI DIRITTI E DEI DOVERI (La Vanguardia)

mercoledì 27 luglio 2011


La Vanguardia (quotidiano di Barcellona) - 14/07/2011

 

I MILITARI SPAGNOLI ADESSO HANNO IL DIRITTO DI ASSOCIARSI LIBERAMENTE


Il Congresso approva all'unanimità  la legge dei diritti e doveri dei membri delle forze armate

“Oggi i militari sono più cittadini”, sottolinea Chacà³n. La nuova norma non contempla il diritto di iscriversi a partiti politici

Madrid. (EFE).- Il Congresso ha approvato lo scorso giovedì, all'unanimità , la legge dei diritti e doveri dei militari, con la quale si "salda un debito" con le Forze Armate e si compie un "impeccabile" percorso in più di 30 anni di democrazia, secondo il ministro della Difesa, Carme Chacà³n.

I 341 deputati presenti all'assemblea del Congresso hanno dato il loro voto favorevole alla Legge Organica dei Diritti e Doveri dei membri delle Forze Armate.

La nuova legge, che interesserà  i circa 130.000 militari professionisti, contempla come novità  il diritto di associarsi liberamente, la regolamentazione del Consiglio del Personale come organo di relazione delle associazioni professionali con il Ministro della Difesa, e la creazione dell'Osservatorio della Vita Militare.

E' stato inoltre esortato il governo ad aggiornare il Codice penale militare e riformare la Legge della Carriera Militare, entro sei mesi, "in particolare in materia di promozione e cambiamento di ruolo, il sistema di promozione, di anzianità , passaggio alla riserva e il riconoscimento della formazione accademica acquisita, così come il congedo del personale disabile, considerando gli effetti economici conseguenti.". Questo è stato uno dei temi più controversi del dibattito parlamentare sul disegno di legge dei diritti e doveri.

Alla sessione plenaria hanno assistito, dalla tribuna degli invitati, i vertici militari, guidati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa (JEMAD), generale Josà© Julio Rodrà­guez, così come i rappresentanti delle associazioni militari.

Il ministro della Difesa, che ha preso la parola al termine del dibattito, ha sottolineato che se c'è qualche progresso "innegabile" negli ultimi 30 anni di democrazia esso è delle Forze Armate. "Oggi i militari sono cittadini", ha esaltato il Ministro, che ha sottolineato che essi sono professionisti che assicurano il progresso, la libertà  e la sicurezza in Spagna.

Ha ringraziato il consenso tra tutte le forze politiche su questo disegno di legge ed ha confidato che sia un "granello di sabbia" per fare patti e accordi in politica, come richiesto dalla società 

Qualche ombra

Tutti i gruppi hanno espresso la loro soddisfazione per la legge, ma il più critico è stato il portavoce del UpyD (Unione Progresso e Democrazia), Rosa Dà­ez, che ha lamentato che la nuova norma mantiene un "odore stagnante" e vieta l'appartenenza dei militari ai partiti politici.

Da parte sua, Llamazares, a nome della UI (Sinistra Unita), ha espresso "soddisfazione" per la nuova legge, che rappresenta un progresso dei diritti come la libertà  di parola, di religione e la privacy, ma contiene "ombre" in altri aspetti come il diritto di assemblea e "pregiudizi" sulla disciplina e la neutralità  politica delle forze armate.

Per Josà© Ramà³n Beloki, del PNV (Partito Nazionalista Basco), a partire da adesso saranno gli stessi soldati che dovranno rendere la loro vita una carriera degna con diritti e doveri.

Jordi Xuclà , del CiU (Convergenza e Unione), il quale ha sostenuto la necessità  che i militari siano ammessi a partecipare ai partiti politici, ha detto che la legge rafforza il sistema democratico e supera un debito pendente con i militari.

Il portavoce del PP (Partito Popolare), Beatriz Rodrà­guez-Salmon, ha sostenuto la legge, ma ha avvertito che oggi, nella sua applicazione, restano delle questioni pendenti e "tocca ascoltare i militari," cosa che non è stata fatta con la legge sulla carriera militare, come ha precisato.

Jesàºs Cuadrado, del PSOE (Partito Socialista Spagnolo) ha evidenziato il consenso raggiunto e ha sottolineato che i militari conteranno a partire da ora sul diritto di difendere i loro interessi lavorativi e professionali.

(traduzione di Simone Sansoni)

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