I DIRITTI DEI LAVORATORI IN DIVISA NON SONO SINONIMO DI IRRESPONSABILITA’. IN TUTTE LE FORZE DI POLIZIA C’È INVECE BISOGNO DI PIÙ PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA. RISPOSTA ALL'ARTICOLO DI FRANCESCO LO SARDO SU EUROPA
Sugli applausi del SAP, si sono espressi in molti, anche ai più alti livelli istituzionali: “indegni”, “inopportuni”, “vergogna”….; per quanto ci riguarda, noi siamo pienamente solidali con la famiglia ALDROVANDI. Ci hanno colpito, però, anche alcuni commenti negativi sui sindacati in divisa ed in particolare un articolo pubblicato dal quotidiano Europa, il cui autore, Francesco Lo Sardo, così conclude: “….. Tornare indietro sul terreno dei diritti conquistati dai lavoratori della polizia non si puo’ e non si deve. Il costo della democrazia, così come per le invettive di Grillo, è anche quell’applauso del SAP. Ma quando qualcuno riproporrà la smilitarizzazione della Guardia di Finanza, sarà meglio pensarci bene. E’ vero, in Olanda anche i marines sono sindacalizzati e te li ritrovi in corteo insieme i metalmeccanici. Ma prima di arrivare all’Olanda qui da noi, a quanto pare, c’è ancora parecchia strada da fare.”
Non conosciamo direttamente la situazione olandese, ma, fidandoci delle parole riportate, possiamo affermare, nostro malgrado, che noi non siamo l’Olanda, anche perché il processo di democratizzazione delle forze di polizia contenuto nella nostra carta Costituzionale è stato frenato e disatteso nel corso degli anni da tutte le forze politiche. Appare pertanto ineluttabile che nella vita degli apparati pubblici del nostro Paese in generale, e delle forze di polizia in particolare, c’è bisogno, invece, di più partecipazione, di più trasparenza, di più rappresentanza esterna.
Diversamente da quanto sostiene l'autore dell'articolo de “Europa”, l’Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà, particolarmente attenta a questi temi, dopo quindici anni di attività, di attese e di riflessioni, ritiene che un processo di riforma, di trasparenza e di snellimento della Guardia di Finanza possa passare proprio attraverso la sua smilitarizzazione e di conseguenza attraverso la sua sindacalizzazione. Ed è proprio attingendo alla storia dei valori del sindacato che, all’indomani della ricorrenza del primo maggio, riteniamo inutile ribadirne il valore ma allo stesso svilente accostarlo ad uno sciagurato applauso.
Allo stesso tempo rigettiamo con forza ogni strumentalizzazione sul processo di riforma della rappresentanza e della tutela dei militari, a maggior ragione degli uomini e delle donne Guardia di Finanza, che non possono vedersi declinare il futuro dei loro diritti per fatti deprorevoli che affondano le loro radici nell'incapacità della classe politica e della dirigenza di saper gestire un disagio sociale diffuso.
Questo lo possiamo dire senza essere tacciati di retro pensieri, poiché la nostra Associazione, lo dimostrano i numerosi articoli e le deliberazioni congressuali, ha sempre avvertito la necessità di evitare ogni forma di corporativismo. Abbiamo sempre ribadito che, in considerazione del fatto che attraverso i tutori dell’ordine, uno Stato democratico esercita il monopolio della forza, le persone che espletano tali delicate funzioni devono sempre attenersi scrupolosamente alle leggi e ai regolamenti vigenti.
I maggiori diritti che godono gli appartenenti alle Forze di polizia a ordinamento civile devono appunto costituire soprattutto un sistema per poter dialogare con la società civile e non un mezzo per poter esercitare le funzioni Istituzionali in modo irresponsabile.
La dialettica sindacale e civile deve essere finalizzata a individuare le migliori modalità per garantire una sicurezza democratica. L’attività di polizia è e deve essere sempre al servizio del cittadino.
Come è stato storicamente e processualmente dimostrato, quando le Forze di polizia erano tutte a ordinamento militare, ci sono stati numerosi gravissimi episodi di “deviazione” rispetto al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.
E’ chiaro che tutti i diritti hanno una loro zona d’ombra, ma sarebbe come dire che, poiché si ritiene che il popolo sbaglia a votare, allora dovremmo abolire le elezioni e far decidere solo a un monarca assoluto l’indirizzo politico di uno Stato.
Invece, è anche il continuo confronto interno ed esterno alle Forze di polizia, che fa maturare un meglio operare da parte dei tutori dell’ordine.
A questo proposito, Ficiesse si associa, senza alcuna riserva, alle parole del Capo dello Stato e del Capo della Polizia in ordine al grave episodio degli applausi al congresso del SAP.
La verità è che la banalizzazione di certi importanti tematiche ha investito anche alcuni operatori delle Polizie e non si possono assolutamente giustificare, come qualcuno ha fatto, adducendo l’esistenza di problemi economici e funzionali che stanno vivendo gli operatori, questi esecrabili episodi, anche se avvengono per fortuna solo in pochi e circostanziati casi.
Sottolineamo alcuni, perché la stragrande maggioranza degli appartenenti alle Forze di polizia esercita le loro funzioni in modo ineccepibile. Se ciò non fosse vero, non si capirebbe perché in qualsiasi sondaggio in ordine alla fiducia dei cittadini rispetto alle Istituzioni dello Stato, le Forze di Polizia sono sempre ai primissimi posti.
Non ci resta che auspicare un confronto maggiormente equilibrato sul tema, mettendo da parte preconcetti e strumentalizzazioni, e confidando in una piena e cosciente assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori chiamati in causa: sindacati inclusi.