LA GDF PASSI SUBITO DALLA CULTURA DELLA RACCOMANDAZIONE ALLA CULTURA DELLA TRASPARENZA O SARÀ FALLIMENTO ETICO – di Giuseppe Fortuna
LA GDF PASSI SUBITO DALLA CULTURA DELLA RACCOMANDAZIONE ALLA CULTURA DELLA TRASPARENZA O SARÀ FALLIMENTO ETICO – di Giuseppe Fortuna
Per la 240^ Festa della Guardia di finanza il comandante generale Capolupo ha scelto toni sobri, anche se ha ribadito in due passaggi che la militarità è (sarebbe) garanzia di lealtà e piena affidabilità contro la corruzione.
Ci spiace ma non è così. Le organizzazioni militari, infatti, proprio perché caratterizzate da una fortissima accentuazione del valore dell’obbedienza e da una naturale resistenza culturale al nuovo, sono da sempre e in assoluto tra le più esposte al rischio di comportamenti devianti. Tant’è che funzionano in tempo di guerra, quando a selezionare i migliori, e non i più raccomandati, ci pensa il nemico.
Il Corpo non fa eccezione, tant'è vero che TUTTI i giorni TUTTI i finanzieri constatano con i propri occhi quanto sia importante, se si vuol far carriera, se si vuol ottenere un incarico ambito, se si aspira a un trasferimento (o magari a qualche generoso “distacco”) cercarsi di guadagnare in ogni modo la compiacenza benevola, se possibile meglio ancora la raccomandazione, del potente di turno.
Quanto a trasparenza, la situazione è ancor più grigia.
Nonostante, infatti, siano ormai due i comandanti generali provenienti dalle fila del Corpo, la Gdf continua a dar conto delle sue scelte al solo ministro, si tengono accuratamente riservati i veri dati della gestione (in particolare, quello sulle risorse complessivamente impiegate nel contrasto all’evasione), si lasciano fuori dalla porta le organizzazioni civiche, in barba al disposto dell’articolo 118 della Costituzione (“lo Stato favorisce …”).
Per non parlare dei diritti individuali, per i quali, nel terzo millennio, al potente di turno è consentito cavarsela ancora con la formuletta magica delle “esigenze di servizio”, quando non si arriva ad inviare alla Procura militare della Repubblica denunce scandalose per punire coram populo, così si capisce chi è il padrone, qualche dipendente che "osa“ addirittura accampare” diritti. Per fortuna, denunce spesso archiviate, ma intanto mettici l’avvocato.
È evidente che se si continua in questo modo il Corpo non va da nessuna parte e, visti gli interessi enormi che i finanzieri vanno a toccare, continueremo a leggere, negli anni a venire, di arresti, di inchieste, di violazioni del segreto istruttorio. Fino alla soppressione, con offesa irreparabile della moltitudine di dipendenti onesti e anche della memoria di Chi per quella Bandiera ha sacrificato la vita.
Cosa suggerire, a questo punto, al governo, al ministro Padoan e al generale Capolupo?
Suggeriamo innanzi tutto di diventare immediatamente un esempio virtuoso per tutte le altre pubbliche amministrazioni sulla strada della trasparenza e del coinvolgimento attivo del personale attraverso il rifiuto radicale, profondo e convinto della cultura della raccomandazione. Suggeriamo di decidersi a rivedere profondamente la struttura organizzativa, perché le attività di funzionamento superano la metà del totale risorse umane impiegate dal Corpo. Suggeriamo di non abbandonare il territorio, ma di presidiarlo investendo sul sostegno informativo dei contribuenti e sulla prevenzione, che non si fa nelle scuole ma con azioni concrete e visibili per convincere chi lavora, investe e produce che non gli conviene cadere in tentazione e che la legalità economica conviene perché si migliorano i servizi, si riduce il carico fiscale e si diventa più competitivi sui mercati. Bisogna dimostrare in ogni parte d'Italia che l'amministrazione finanziaria funziona: individua e colpisce chi evade, ma è anche amica di chi vuol essere in regola, che è trasparente ed efficiente e che i dipendenti capaci di migliorare i servizi alle imprese e la vita dei cittadini sono premiati e fanno carriera.
Noi siamo convinti che Guardia di finanza e Agenzia delle entrate siano pronte per questo salto di qualità e che, se ci impegniamo tutti insieme in modo attivo e consapevole, pagare le tasse potrà diventare, anche alle nostre latitudini, un atto di sublime civiltà.
GIUSEPPE FORTUNA, Direttore dello Sportello ETP Fiscalità e dello Sportello Anticorruzione di Ficiesse