FINANZIERI E CARABINIERI INSIEME? SAREBBE CABARET ALLO STATO PURO. GLI INTERESSI DEL PAESE NON SONO SOLO QUELLI DEL RISPARMIO - di Vincenzo Vacca
Da notizie apparse su alcune testate giornalistiche, sembrerebbe che il Governo voglia far confluire il Corpo della Guardia di Finanza all'interno dell'Arma dei Carabinieri, mentre la Polizia Penitenziaria e il Corpo Forestale dello Stato nei ranghi della Polizia di Stato.
Sempre sulla base delle citate notizie, il criterio base di questa operazione di razionalizzazione (sic) sarebbe quello di accorpare i due Corpi di Polizia a ordinamento militare e gli altri tre a ordinamento civile.
Se malauguratamente questa notizia dovesse essere vera, saremmo al cabaret allo stato puro.
Su questo sito è stata più volte ribadita la necessità indilazionabile di una razionalizzazione (anche al fine di un risparmio per le casse dello stato) delle Forze di Polizia e questo per numerosi motivi che abbiamo anch'essi indicato.
Riteniamo, però, che questa modalità di “riforma” sia dannosa per i compiti Istituzionali sia della Gdf che dell’Arma dei Carabinieri. Infatti, quest’ultima espleta compiti molto più analoghi alla Polizia di Stato ad eccezione dei compiti squisitamente di carattere militare (polizia militare e missioni internazionali) e, quindi, non è pensabile unificare due Corpi di Polizia solo sulla base del fatto che sono entrambi a ordinamento militare. Ci sembra una scelta politica che non tiene conto dell’efficacia circa il raggiungimento degli obiettivi Istituzionali.
I nostri lettori sanno benissimo che la Guardia di Finanza è sostanzialmente una Polizia Tributaria e, quindi, con una sua specificità e con tutta una serie di problematiche attinenti le altre Amministrazioni civili dello Stato. Basti pensare alle Agenzie delle Entrate e alle Dogane. Pertanto, andrebbero disciplinati meglio i compiti di queste ultime in rapporto alla Guardia di Finanza, la quale dovrebbe essere strutturata soprattutto per garantire meglio il contrasto alla criminalità economica. Sarebbe auspicabile, invece, l'unificazione della Polizia di Stato con l'Arma dei Carabinieri con esclusione dei compiti di natura strettamente militare o, quanto meno, una diversa e migliore ripartizione territoriale tra queste due Forze di Polizia, le quali, in questo modo, eserciterebbero meglio le proprie funzioni.
Resta inteso che continuiamo ad essere del parere che l’attività di Polizia in genere deve essere frutto di un ordinamento civile e questo non perché la smilitarizzazione è la panacea di tutti i mali, ma perché è un volano capace di affrontare meglio i problemi relativi all’attività di Polizia sia per le questioni interne all’Organismo Istituzionale, sia per i rapporti tra quest’ultima e il resto della cittadinanza.
Se Ficiesse si è dichiarata contraria al cennato proposito Governativo, non lo ha fatto per una sorta di riflesso di conservazione, ma proprio perché consapevole della necessità di una profonda riforma del sistema sicurezza del nostro Paese, vuole indicare una strada diversa nel processo di riforma e che ponga al centro gli interessi del Paese che non sono solo quelli di un “risparmio” (tutto da dimostrare) ma il garantire un diritto alla sicurezza e un diritto alla legalità fiscale. Due obiettivi che certamente non si raggiungerebbero mantenendo ancora in piedi due Polizie con finalità generali e rafforzandone una con l’apporto della Guardia di Finanza.
Purtroppo, si conferma l’idea che nella delicata e complessa questione di cui stiamo parlando non c’è alcuna visione politica. Tanto meno una elaborazione culturale circa l’attività dei soggetti Istituzionali deputati a garantire la normale convivenza civile.
Ci si limita a ripetere la formula magica di questi ultimi anni: “facciamo cassa”.
Crediamo, invece, che le auspicate riforme, sinteticamente indicate, oltre che a garantire un migliore servizio per il cittadino, vadano anche nella direzione di una riduzione delle spese.
Vincenzo Vacca
Segretario nazionale Ficiesse