NOMINA DEI VERTICI DELLA GDF, NON DEVONO TENERE CONTO NÉ DEL MERITO, NÉ DELLE CAPACITÀ, NÉ DELLA DEDIZIONE AL PAESE. GRAZIE A 25 FINANZIERI CHE SI SONO TROVATI A RESISTERE AI TENTATIVI DI INTIMIDAZIONE E PRESSIONI (Video Milena Gabanelli a Report)

lunedì 24 novembre 2014

Da Report (Rai3) – puntata del 26/10/2014 su inchiesta MOSE

“FAMMI IL FAVORE”

di Stefania Rimini

Collaborazione Giorgio Mottola

Dall'Expo al Mose, tra gare decise a tavolino e fatture gonfiate, chi si prenderà i fondi neri e come?

Le due grandi inchieste che hanno messo sottosopra gli organigrammi delle galassie che vivevano intorno ai lavori per l’Expo di Milano e alla maxi diga del Mose di Venezia, rischiano di arenarsi nelle secche dei patteggiamenti e delle prescrizioni. Stefania Rimini ricostruisce un sistema trasversale, che tocca politici, funzionari di amministrazioni locali e di aziende partecipate, ma anche alti ufficiali dello Stato, faccendieri, imprenditori pronti a pagare. Alla fine ognuno ha un proprio tornaconto a spese dei contribuenti.

Vedremo le tecniche di tangenti a 2.0 che sono molto più sofisticate della vecchia valigetta di contanti da portare in Svizzera. Ma soprattutto ci chiederemo: com'è possibile che per tanti anni nessuno si accorga di niente? 

Uno dei pilastri di questo sistema di corruzione organizzato è fornito proprio dalla normativa. A volte sembra quasi che le norme siano state disegnate da esperti in corruzione, attenti a individuare la scorciatoia migliore per consentire l’elusione delle regole.

E d’altra parte, chi legifera, chi deve mettere in pratica le regole e chi deve controllare in questa brutta storia è, in buona parte, anche il beneficiario di questo sistema che non lascia scampo alle imprese che si rifiutano di stare al gioco. 

Eppure la stessa Associazione nazionale Costruttori a più riprese ha proposto nuove regole per gli appalti che garantiscano trasparenza e pari opportunità: la politica ha sempre nicchiato. Anzi, proprio in contemporanea con gli scandali Expo e Mose, entra in vigore la legge delega 67/2014, che introduce la “messa in prova”, una norma che di fatto consente di estinguere reati puniti con pene fino a 4 anni di reclusione tra cui addirittura l’omessa dichiarazione, la dichiarazione infedele, il falso in bilancio, le false comunicazioni sociali, la corruzione tra privati: il passo verso l’impunità totale è breve. 

MILENA GABANELLI IN STUDIO: “C’è da dire che il patteggiamento era inevitabile perché a breve si prescrive tutto. Questo succede perché in Italia, uno dei paesi più corrotti d’Europa le pene per corruzione sono basse questo vuol dire che anche non verrà mai accertata la verità processuale. Ma anche sul patteggiamento però noi siamo originali, ovunque quando chiedi di patteggiare devi ammettere di essere colpevole, devi chiedere scusa, e rimborsare i danni allo Stato e a tutte le vittime, cioè a coloro che hanno perso il lavoro e il lavoro non lo troveranno mai anche a causa della concorrenza sleale che un sistema corrotto impone. Da noi invece se patteggi puoi dichiarare di non essere responsabile di niente, su 5 miliardi e mezzo ne hanno restituito 9 milioni e molti di loro, già lo stanno facendo, possono tornare tranquillamente a fare quello che facevano prima, e anche l’ex governatore Galan se vuole fra un po’ può tornare a candidarsi. Questo succede perché chi scrive le leggi è compromesso con il sistema, succede perché i criteri di nomina dei vertici della Guardia di Finanza, non devono tenere conto né del merito, né delle capacità, né della dedizione al Paese. Eppure sono loro che devono scovare i corrotti, i bilanci falsi, i riciclaggi di denaro. Il generale Spaziante ha chiesto di patteggiare 4 anni, mantenendo il silenzio. Se quello che abbiamo visto, quello che è emerso è grazie a 25 di loro, e molti di loro non prendono stipendi che superano i 1700 euro al mese, e si sono trovati per 2 anni a resistere ai tentativi di corruzione, intimidazione, pressioni, perché si sono trovati ad indagare i loro capi e colleghi. Quello che c’è da augurarsi è che li lascino almeno lavorare, magari sul settore della sanità che si succhia 1 Mose l’anno, e non vengano invece dirottati a controllare degli scontrini, oppure trasferiti per motivo di servizio visto che a loro non è andato nemmeno un riconoscimento morale. Un grazie, glielo diciamo noi. E pensare che 20 anni sembrava cambiasse il mondo.”

VEDI IL VIDEO

https://www.ficiesse.it/public/2157_report.mp4

 


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