TERZA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE: EVITATA L'ENNESIMA GRAVISSIMA LESIONE DELLA DEMOCRAZIA IN FAVORE DEI SOLITI NOTI GRAZIE ANCHE ALL'ATTENZIONE E ALLA CORRETTEZZA DEL MINISTRO DI PAOLA - di G.Taccalozzi e S.Sansoni

lunedì 23 gennaio 2012

TERZA PROROGA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE: EVITATA L’ENNESIMA GRAVISSIMA LESIONE DELLA DEMOCRAZIA IN FAVORE DEI SOLITI NOTI GRAZIE ANCHE ALL’ATTENZIONE E ALLA CORRETTEZZA DEL MINISTRO DI PAOLA - di G.Taccalozzi e S.Sansoni

Di seguito, una libera manifestazione di pensiero di Gianluca Taccalozzi e Simone Sansoni. Il titolo è della redazione del sito.

 

La tragica vicenda della Costa Concordia Ã¨ stata più volte indicata come sintomatica di una classe dirigente irresponsabile, opportunista e inadeguata, figlia di un complessivo e progressivo deterioramento della classe dirigente italiana.  

Allo stesso modo quanto successo nei giorni scorsi nelle Commissioni riunite I e V della Camera, può essere sicuramente preso ad esempio per stigmatizzare un certo modo di fare politica nell’interesse di pochi ed in spregio di ogni logica democratica.

Come noto, infatti, alcuni parlamentari di IDV, PDL e UDC hanno presentato un emendamento al c.d. decreto mille proroghe con il quale si intendeva procrastinare, per la terza volta, ex lege, il X mandato della rappresentanza militare, un istituto rappresentativo eletto da tutti i militari. Quello che fa riflettere è che, dalla lettura dei resoconti e dalle dichiarazioni rese dagli stessi deputati firmatari dell’emendamento in questione, lo stesso sia stato, di fatto, giustificato solo da motivazioni di puro favore verso gli attuali delegati, con particolare riferimento a quelli dell’Arma dei Carabinieri. 

In sintesi (per la cronaca più dettagliata si rimanda più sotto), la vicenda può essere così ricostruita.

Dopo due proroghe del X mandato concesse con modalità  altrettanto discutibili e con motivazioni altrettanto vacue, rispunta in extremis un emendamento volto a prorogare ulteriormente la scadenza dell’attuale mandato (sino al 31.12.2012) che stavolta vede tra i firmatari anche deputati dell’IDV, compagine che nelle precedenti due proroghe si era dichiarata contraria. Unica motivazione rilevabile dai resoconti parlamentari: prorogare il Co.Ce.R. Carabinieri, come se fosse l’unico Consiglio Centrale (anche se è più probabile che sia stato l’unico a richiedere la terza proroga, come peraltro le precedenti).

In un primo momento, in Commissione la questione passa sotto il completo disinteresse di tutti, visto che l’emendamento è presentato da forze politiche trasversali (IDV, PDL e UDC) e soprattutto che l’argomento non sembra conosciuto alla maggior parte dei commissari, tanto che il parere dei relatori (uno del PD e uno del PDL) è favorevole e quello del Governo è conforme a quello dei relatori.

La vicenda viene però scoperta da alcuni attenti osservatori e portata all’attenzione degli addetti ai lavori e di tutti i militari dai siti di informazione del settore e si moltiplicano le prese di posizione contrarie alla proroga (PD, Co.Ce.R. Gdf, Associazioni, ecc.).

Risultato: il PD espone con forza la propria contrarietà , il principale esponente del PDL che ha firmato l’emendamento (On. Mantovano) ritira la propria firma, un esponente dell’UDC, anch’esso firmatario dell’emendamento, rappresenta che ha firmato la proposta non essendo a conoscenza degli effetti (solo per fare un favore !), il Governo torna sui propri passi e, stavolta dopo una più attenta e competente analisi effettuata dal Ministro delle Difesa, esprime parere contrario e l’emendamento viene respinto con i soli voti favorevoli di PDL e IDV

Morale della favola, un emendamento che rischiava di produrre effetti nefasti e pericolosi nei confronti di tutti i militari (una rappresentanza prorogata è per forza di cose una rappresentanza più debole) e della credibilità  delle istituzioni militari, STAVA PER ESSERE APPROVATO SENZA CHE LA QUESTIONE VENISSE AFFRONTATA NEL MERITO, MA SOLO SULLA BASE DI LOGICHE DI FAVORITISMO ED OPPORTUNITà€.

E anche e soprattutto per queste circostanze se oggi il Paese si ritrova una classe dirigente irresponsabile. Solo grazie all’informazione sul settore militare garantita da alcuni siti specializzati ed all’encomiabile posizione espressa dal Ministro Di Paola a difesa della credibilità  delle istituzioni militari che si è evitata l’ennesima “porcata” a favore di pochi furbi ed a danno di tanti inconsapevoli.

 

GIANLUCA TACCALOZZI
Presidente Direttivo Nazionale Ficiesse
g.taccalozzi@ficiesse.it

 

SIMONE SANSONI
Segretario Nazionale Ficiesse
s.sansoni@ficiesse.it

 

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CRONACA DEI TRE FURTI DI DEMOCRAZIA

 

 
Di proroga della rappresentanza qualcuno iniziò a parlarne nei primi mesi del 2009, in occasione del rinnovo del contratto per le forze di polizia e le forze armate; in tale occasione il CoCeR dei Carabinieri riuscì ad inserirlo tra gli impegni formali del Governo, nella persona dell'allora Sottosegretario alla Difesa Guido Grosetto (PDL), allegati all'accordo sottoscritto dalle Amministrazioni e dai rappresentanti del personale. 
 
Tale richiesta, come si legge nell'impegno, era strettamente collegata all'approvazione della riforma della rappresentanza militare, nella versione involutiva appoggiata dalla maggioranza e dai Carabinieri.
 
Un primo tentativo di concretizzare la promessa fatta al CoCeR Carabinieri venne quindi posto in essere dall'ex segretario del sindacato di Polizia SAP, Sen. Saltamartini (PDL),  che nel disegno di legge sui lavori usuranti, del quale era relatore, riuscì ad infilare un emendamento articolo aggiuntivo che prorogava il mandato sino al luglio 2011.
 
Tuttavia l'iter del suddetto disegno di legge sui lavori usuranti stentava a concludersi, mentre si avvicinava il termine normale del decimo mandato, previsto per il maggio del 2010, senza che venisse concesso l'ulteriore anno di proroga.
 
Nell'ottobre 2009 intervenne direttamente il Governo Berlusconi che inserì nel Decreto Legge di rifinanziamento delle missioni internazionali un codicillo ricalcante l'emendamento Saltamartini, che nel frattempo non era ancora divenuto legge; quella volta come motivazione formale della proroga venne accampato una connessione tra rappresentanza militare ed “impiego delle Forze armate nelle missioni internazionali”!!
 
Nel dicembre 2009 il provvedimento venne convertito in legge dal Parlamento senza difficoltà  poichà© le uniche voci dissenzienti furono quelle dei Radicali e dell'Italia del valori.
 
Trascorso un anno, nel dicembre 2010, il Governo fu indotto ad intervenire nuovamente per far slittare le elezioni della Rappresentanza Militare che si sarebbero tenute dopo qualche mese.
 
L'esecutivo Berlusconi colse l'occasione con il decreto legge cd. Milleproroghe il quale dava la possibilità  al Presidente del Consiglio di effettuare una serie di proroghe, tra cui anche quella della quale stiamo trattando sino alla fine del 2011.
 
Evidentemente era però necessaro dare maggiori certezze a coloro che avevano chiesto un'ulteriore concessione di tempo; nel febbraio 2011, in sede di conversione del DL, il Governo quindi impose un emendamento  col quale, tramite un arzigogolato sotterfugio normativo, si spostavano le elezioni all'aprile del 2012.
 
Si arriva quindi ai giorni nostri; nel frattempo è cambiato il Governo ed quindi anche il Ministro della Difesa, prima retto da Ignazio La Russa (PDL) mentre ora da un “tecnico”, l'Ammiraglio Di Paola.
 
Non sono però mutati i desideri di alcuni delegati del CoCeR Interforze che per la terza volta hanno chiesto di vedersi prolungato il mandato che già  attualmente risulta essere il più lungo nella storia della rapresentanza militare.
 
Purtroppo per loro (e per fortuna per i cittadini militari) sono però cambiati gli interlocutori al Governo e l'attuale Ministro non si è fatto carico, come il predecessore, di inserire per la terza volta un emendamento ad hoc. Ci hanno provato alcuni deputati nel “decreto proroghe 2012”, come abbiamo già  raccontato; tra i quali duole constatare anche la presenza di due deputati dell'Italia dei valori che hanno di fatto rinnegato il lavoro di opposizione tentato invece due anni prima.
 
L'attuale Governo in un primo momento non ha inteso entrare nel merito delle proposte parlamentare, esprimendo un parere conforme a quello dei relatori al disegno di legge (espresione di circostanza che sta a significare che il Governo non intende assumere una posizione); infatti successivamente il sottosegretario POLILLO ha espresso il parere contrario del Governo e nel farlo ha tenuto anche a precisare “stante l’opposizione del Ministro della difesa a un’ulteriore proroga dei COCER dei carabinieri (sic). Si tratterebbe infatti della terza proroga di un organismo che deve invece a questo punto essere rinnovato. ”
 
Si tratta quindi di un esplicito impegno del Governo, ed in particolare dell'attuale Ministro Di Paola, il quale che si è dichiarato pregiudizialmente contrario a qualsiasi ulteriore proroga, dando pertanto certezza al fatto che tra pochi mesi si ridarà  finalmente ai cittadini militari il diritto di eleggere i propri rappresentanti.
 
Si può quindi confidare che eventuali ulteriori tentativi da parte dei fautori dell'incarico “a vita”, troveranno l'opposizione del successore di La Russa; questa circostanza deve aver sorpreso anche l'ex sottosegretario Crosetto, colui che promise già  la prima proroga al CoCeR carabinieri, tanto da costringerlo ora a votare contro anche se si è dichiarato favorevole.
 
Lascia l'amaro in bocca il fatto che un fondamento democratico come il diritto alle elezioni non sia stato difeso da coloro che ne sono l'espressione, ossia dai rappresentanti del popolo eletti in parlamento, mentre abbia trovato un garante nella figura di un “tecnico” come l'Ammiraglio Di Paola.
 
 
 
 

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