IL GENERALE DI PAOLO CHIEDE COESIONE AL PERSONALE PER SALVARE LA GDF, MA NELLE CASERME CI CREDONO IN POCHI SE NON SI COMINCIANO A VEDERE CAMBIAMENTI SOSTANZIALI

martedì 13 marzo 2012

IL GENERALE DI PAOLO CHIEDE COESIONE AL PERSONALE PER SALVARE LA GDF, MA NELLE CASERME CI CREDONO IN POCHI SE NON SI COMINCIANO A VEDERE CAMBIAMENTI SOSTANZIALI


Le crisi economiche come quella, profondissima, che stiamo vivendo in questi anni, cambiano la storia dei popoli e i destini delle organizzazioni. Tutto, infatti, viene messo in discussione alla luce dei nuovi equilibri e delle nuove regole con la conseguenza che c’è chi progredisce e chi arretra, chi nasce e chi scompare.

 

In questo contesto, la Guardia di Finanza è una delle organizzazioni a più elevato rischio di sopravvivenza per almeno due evidenti motivi. Il primo è che, come abbiamo più volte evidenziato, il Corpo non svolge alcuna funzione in via esclusiva ma opera sempre e soltanto a supporto di altre amministrazioni. Il che vuol dire che può essere ridimensionata, se non addirittura cancellata. Il secondo motivo è che costa davvero tanto: oltre 4 miliardi di euro l’anno.

 

Crediamo che i vertici del Corpo di oggi, a differenza di quelli del 2001 (che, come all’epoca evidenziammo, si assunsero la responsabilità  di buttare alle ortiche un’occasione storica per modernizzare l’istituzione in largo anticipo rispetto alle attuali esigenze), sono consapevoli del rischio che la Guardia di finanza corre, tant'è che il comandante generale Di Paolo pochi giorni fa è stato audito sul tema dalla Commissione Finanze della Camera e ha parlato in videoconferenza ai comandanti di tutta Italia.

 

Quali, in estrema sintesi, i messaggi del numero 1 delle fiamme gialle?

 

Ai parlamentari è stato ripetutamente rimarcato che la migliore e più peculiare caratteristica della Gdf, il suo vero e più autentico valore aggiunto, sarebbe quello di riuscire a contrastare le "condotte criminali plurioffensive". L’evasione fiscale – ha sottolineato il generale – molto spesso si coniuga con frodi diverse, con reati di corruzione o di riciclaggio, con sprechi in materia di spesa pubblica e soltanto con l’amplissima gamma di poteri attribuiti al Corpo e con le congiunte professionalità  di polizia giudiziaria e di polizia tributaria Ã¨ possibile intervenire con efficacia.

 

Vero. Ma il punto è: si può ottenere un risultato analogo spendendo molto meno di 4 miliardi all’anno? Generale Di Paolo, la risposta è sì. E, ciò che più conta, tale risultato lo può ottenere la stessa Agenzia delle entrate, e anche in tempi piuttosto brevi.

 

Al personale, il comandante ha invece raccomandato la massima coesione e condivisione: stiamo lavorando – ha detto - per semplificare i processi di lavoro, recuperare risorse alle attività  di esecuzione dei servizi, individuare le criticità  sul territorio, migliorare l’organizzazione e la formazione; per questo dobbiamo essere uniti, compatti, coesi e credere nelle nostre possibilità .

 

Peccato che andando nei bar delle caserme o anche soltanto nel forum internet di Ficiesse si sentano ben altri discorsi.

 

Come si fa a credere in un’organizzazione – si chiedono in troppi – che ha regole così aleatorie? Se sono ancora validi regolamenti del 1926 e del 1959? Se carriere, concorsi e trasferimenti sembrano dipendere più dalle capacità  di relazione (leggasi: raccomandazioni) degli interessati e delle loro famiglie che non dal merito e dall’anzianità ? Perchà© non si dice quanti sono i finanzieri distaccati a casa loro, chi ne ha sollecitato il distacco ed esattamente per quali esigenze? Davvero fare gli autisti o i piantoni sono esigenze che possono giustificare un distacco e i relativi scavalcamenti delle graduatorie? E gli encomi, che pure incidono nelle carriere e nei trasferimenti, dalle motivazioni a volte incredibili, dove li mettiamo?

 

Prima, quindi, si risponda a queste domande. Poi, magari si dica cosa esattamente si vuol fare per un abbattimento dei costi di struttura a doppia cifra e di reale valorizzazione del merito. Successivamente, si fissino con la rappresentanza militare nuove regole riguardanti il personale, tali che ognuno sia messo nelle condizioni di programmare il più presto possibile e con assoluta certezza la vita propria e della propria famiglia. Si prosegua applicando tali regole con maniacale trasparenza, impedendo ogni seppur minima discriminazione. E soltanto a questo punto si chieda agli uomini e alle donne dell’istituzione la massima coesione. Anzi, forse a questo punto non ci sarà  bisogno di chieder proprio nulla, perchà© coesione e condivisione verranno da sole.

 

 


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