RAPPRESENTANZA MILITARE E PROROGA DELLA PROROGA: IPOCRISIE, ILLEGITTIMITA' E INTERESSATE DIMENTICANZE DI UNA NORMA CHE VUOLE SOLTANTO FAVORIRE LA PERMANENZA IN CARICA DI UN COCER CONTRARIO A MAGGIORANZA A SINDACATO E ASSOCIAZIONISMO - di Simone Sansoni
venerdì 31 dicembre 2010
Pubblichiamo di seguito un articolo di Simone Sansoni sul tentativo di ulteriore proroga degli Organismi della rappresentanza militare del X Mandato. Ricordiamo che il Presidente della Repubblica ha rinviato al Governo il testo del decreto legge nella parte di cui si discute. Il titolo è della redazione del sito.
DECRETO MILLEPROROGHE: NESSUN BENEFICIO PER IL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA, MENTRE IL GOVERNO INFILA LA POSSIBILITA’ DI PROROGA-BIS DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE CON LE STESSE SCUSANTI DI UN ANNO FA
Nella Gazzetta ufficiale del 29 Dicembre 2010, è stato pubblicato il D.L. n. 225, cosiddetto "Milleproroghe 2011", profondamente diverso dai testi in bozza del Decreto che circolavano sino a poche ore prima.
La novità più significativa è la delegificazione dei contenuti della maxi norma di proroga di fine anno tramite il ricorso allo strumento del decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
Il decreto, infatti, rispetto a quelli emanati nel passato, ha un’impostazione completamente diversa poichà © differenzia le proroghe non onerose da quelle onerose. Per le prime il comma 1 dell'articolo 1 fissa uno slittamento generale al 31 marzo 2011 di tutti i termini in scadenza prima del 15 marzo 2011 (praticamente quasi tutti) e indicati nella tabella 1 allegata alla norma, mentre il comma 2 dispone che saranno uno o più decreti del presidente del Consiglio di concerto col ministro dell’Economia a decidere un'ulteriore proroga dal 31 marzo al 31 dicembre 2011: come è già stato rilevato, si tratterebbe di un Milleproroghe che rimanda a (uno o più) ulteriori Milleproroghe.
Da una prima lettura non emerge alcuna norma finalizzata a limitare i danni previsti dalla Finanziaria anche per il personale del comparto sicurezza e difesa, nonostante i sindacati di polizia avessero chiesto a gran voce al Governo, anche con aspre manifestazioni di piazza, un provvedimento urgente che concretizzasse gli impegni assunti nei mesi scorsi.
Nel contempo però il “milleproroghe” si conferma un ottimo strumento legislativo per infiltrare nelle pieghe molti altri provvedimenti settoriali e di favore che nulla hanno di urgente o necessario; tra questi è confermato che il ministro della Difesa ha infilato la possibilità di un’ennesima proroga delle rappresentanze militare, tanto cara ad alcuni COCER (in particolare quello dei Carabinieri), che sposterebbe al 31 dicembre 2011 il termine dell'attuale mandato.
Ricordiamo che gli odierni organismi sono stati eletti nel 2006 e dovevano già cessare quest'anno, permettendo quindi nuove elezioni dei rappresentanti del personale militare; però nel novembre del 2009 un decreto legge sulle missioni internazionali aveva inopinatamente (e impropriamente) posticipato il termine del mandato al 30 luglio 2011 defraudando gli elettori e il personale che intendeva candidarsi del diritto costituzionale di poterlo fare.
Con quest'ennesima proroga, pertanto, gli attuali delegati resterebbero in carica quasi sei anni invece dei quatto previsti in origine: il più lungo mandato dall'istituzione della rappresentanza militare avvenuta con la legge 382 del 1978.
Forse a seguito di un veloce lavoro di copia/incolla col precedente provvedimento sulle missioni internazionali, le motivazioni accampate dal Governo (rinvenibili sulla bozza di decreto) per questa “proroga della proroga” sono le medesime già avanzate per la prima; la dilazione si renderebbe infatti necessaria per “assicurare continuità nella collaborazione tra gli organi di rappresentanza dei militari e l’Amministrazione nella fase, in atto, di definizione dei progetti di riordino strutturale dello strumento militare e di riassetto dei ruoli del personale, connessi anche all’impiego delle Forze armate nelle missioni internazionali. L’urgenza dell’intervento normativo è motivata dalla circostanza che il procedimento elettorale per il rinnovo degli organi in parola deve essere avviato con mesi di anticipo rispetto alla data di scadenza del mandato, trattandosi dell’elezione di tre distinti livelli di rappresentanza (consigli di base, intermedi e centrali) eletti attraverso gradi successivi di votazione (articolo 15 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 novembre 1979, n. 691) e della connessa necessità di consentire ai militari eleggibili di svolgere l’attività di propaganda prevista dall’articolo 22 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 691 del 1979.”
Per quanto riguarda in particolare la rappresentanza della Guardia di Finanza, si deve sottolineare come le giustificazioni sono ancor più infondate atteso che il Corpo, a differenza delle quattro Forze Armate, non è interessato da alcun “progetto di riordino strutturale”; in relazione invece ad un ipotizzato “riassetto dei ruoli del personale”, è curioso che proprio il Governo, dopo aver stornato le risorse già accantonate a tale scopo (700 milioni di euro), persista nel richiamare un fantomatico riordino delle carriere.
Questa volta, ancor più della precedente, è palese l'inconsistenza delle motivazioni addotte atteso che nulla di positivo per il personale militare è scaturito dalla prima proroga, mentre si sono invece susseguiti numerosi provvedimenti penalizzanti, sia dal punto di vista economico che dei diritti, con buona pace dei “collaborativi” organi di rappresentanza dei militari; pertanto non si comprende cosa porterebbero di positivo altri cinque mesi di incarico degli attuali “collaborativi” delegati.
Simone Sansoni
Segretario nazionale Ficiesse
s.sansoni@ficiesse.it
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