QUELLO CHE IL GENERALE CAPOLUPO DEVE SPIEGARE AL MINISTRO, AL PAESE E AI SUOI UOMINI IL PROSSIMO 21 GIUGNO ALL’ANNIVERSARIO DELLA GUARDIA DI FINANZA – di Giuseppe Fortuna
Diamo per scontata la solita (e ormai un po’ noiosa) premessa sulla presunzione d‘innocenza. Come l’auspicio che le accuse ad alcuni dirigenti della Gdf che leggiamo sui giornali di questi giorni siano dei grossolani abbagli degli inquirenti.
Il fatto è che stride e fa male quella fotografia di generale in alta uniforme, tutta stemmi, medaglie e lustrini, vicina alle immagini degli altri indagati “in abiti civili”. Una divisa uguale a quelle dei militari che l’hanno indagato e arrestato, che hanno molti meno nastrini, ma le stesse stellette e le stesse fiamme giallo-verdi sui baveri.
“È il segno che il Corpo è affidabile e che ha gli anticorpi per pulirsi da sé” - sottolineano all’unisono (ed è giusto che lo facciano) il Cocer, parasindacato delle Fiamme Gialle, e l’ufficio stampa del Comando generale.
Ma davvero possiamo star tranquilli? Non crediamo proprio.
Se è vero infatti che nella “vicenda P4” i procedimenti ad alcuni vertici sono stati archiviati, rimane come al solito del tutto oscuro se siano stati svolti accertamenti sui rapporti di quegli ufficiali in carriera con parti risultate poi corrotte della politica e dell’economia.
La facevano o no, questi signori, una vita splendida fatta di macchine, orologi, regali, cene e vacanze di lusso? E se la facevano, come è potuto avvenire che nel Corpo nessuno se ne sia accorto o fosse competente per accorgersene? E sono stati avviati i procedimenti disciplinari previsti?
È stato o no raccomandato, quel generale, a quel presidente del consiglio da quel faccendiere in quella telefonata per diventare numero uno (non certo comandante in seconda) del Corpo? È stato avviato o no un procedimento per accertarli quei fatti? La telefonata fatta da Lavitola nell’interesse di Spaziante era all’insaputa del generale come quella casa vista Colosseo? Il Comando generale ha svolto gli accertamenti ai quali era obbligato? Come sono stati condotti e che esito hanno avuto?
E se – come il buon senso lascia fondatamente supporre – Spaziante quella raccomandazione l’ha sollecitata perché non è stato punito? Perché gli è stato consentito di diventare ugualmente, per anzianità, comandante in seconda del Corpo?
Ecco quello che deve spiegare il generale Capolupo al ministro Padoan, agli italiani e ai suoi uomini alla Festa del Corpo il 21 giugno prossimo. Perché la militarità o è esempio, rigore e severità crescente al crescere del grado, o è inevitabile che porti ad arbitri, abusi e corruzioni ai più alti livelli.
La Guardia di finanza è più che mai necessaria al paese. Non tema di aprirsi al nuovo, o saremo obbligati a farne a meno.
GIUSEPPE FORTUNA (Direttore dello Sportello Anticorruzione dell’Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà - www.ficiesse.it)